Il termine “ortodonzia” deriva etimologicamente dal greco antico e significa letteralmente dentatura dritta.
L’operatore sanitario che si occupa di questa disciplina è l’ortodontista.
Più dettagliatamente possiamo dire che l’ortodontista ha il compito di formulare una corretta diagnosi per prevenire le malocclusioni e per effettuare una corretta terapia dei disallineamenti dentali che provocano alterazioni dell’armonia estetica del volto. La pratica ortodontica si basa sull’impiego di apparecchi, fissi o removibili, o invisibili che producono movimenti guidati dei denti e modificazioni delle strutture scheletriche (ossa della faccia) e dei tessuti di sostegno del dente (gengiva ed osso alveolare).
Un trattamento ortodontico richiede competenze specifiche dell’operatore, tempi di cura generalmente lunghi, pertanto il paziente (bambino o adulto) dovrà essere sufficientemente motivato e collaborante. Questo perché il combaciamento dei denti è strettamente connesso all’attività funzionale della muscolatura masticatoria e dell’articolazione temporo-mandibolare. Infatti, se i denti non combaciano bene la mandibola subisce una modifica nel suo assetto posturale e ciò può riflettersi in una disfunzione muscolare e articolare da cui può generare dolore nel distretto cranio facciale. È buona norma portare per la prima volta il bambino ad una visita ortodontica a quattro anni di età per poter trattare precocemente malocclusioni scheletrico-dentali.
L’apparecchio mobile è uno strumento che si applica sui denti con finalità ortodontiche cioè per raddrizzare i denti e per formare una buona occlusione. Le apparecchiature mobili vengono in genere utilizzate in ortodonzia per intervenire su una situazione dentale e scheletrica in fase di sviluppo; esse sono perciò primariamente rivolte a pazienti in età puberale e pre–adolescenziale. La peculiarità della maggior parte dei dispositivi mobili è quella di lavorare sulle strutture ossee della bocca al fine di indirizzarne la crescita in senso positivo. La crescita scheletrica è influenzata da fattori genetici (quindi ereditari) e da fattori ambientali (quindi acquisiti): è in particolar modo sui secondi che si può intervenire mediante gli apparecchi mobili ai fini di consentire uno sviluppo scheletrico e dento–alveolare armonici.
L’ortodonzia fissa è il sistema tradizionale per l’allineamento dei denti: consiste nella collocazione di “attacchi” di metallo, molle ed elastici, uniti tra di loro tramite un filo ortodontico per correggere la loro scorretta posizione. Principalmente gli apparecchi ortodontici fissi vengono utilizzati nei casi di grave disallineamento dei denti perché riescono a spostare gli elementi dentali con ottimi risultati. È possibile usare anche “placche” di altri materiali come ad esempio la ceramica che, avendo una colorazione similare a quella dei denti, risultano essere meno visibili.
Con Invisalign, se le condizioni cliniche lo consentono, è possibile ottenere un nuovo sorriso con un impatto molto ridotto sulla vita quotidiana. Invisalign allinea i denti avvalendosi di una serie di “mascherine” quasi invisibili, create su misura, in modo da offrire il massimo comfort. Man mano che si sostituiscono le mascherine, i denti si spostano gradualmente, settimana dopo settimana, fino a raggiungere la posizione finale prevista.