Lo sbiancamento dentale è un procedimento che schiarisce i denti e aiuta a rimuovere macchie e scolorimento. È uno degli interventi estetici dentali più popolari perché può migliorare notevolmente l’aspetto dei denti ad un costo e con fastidi molto minori rispetto ad altre tecniche. Lo sbiancamento non è una soluzione definitiva, ma va ripetuta periodicamente.
Le cause dei denti ingialliti o macchiati sono l’avanzare dell’età, le bevande come il tè e il caffè, il tabacco e le macchie all’interno del dente.
Queste possono essere causate da un’eccessiva esposizione al fluoro in età evolutiva durante lo sviluppo dei denti oppure dall”assunzione di tetracicline (antibiotici) durante la seconda metà della gravidanza o da parte di bambini al di sotto degli 8 anni, quando i denti sono ancora in fase di sviluppo.
Lo sbiancamento dei denti risulta più efficace sulle macchie superficiali provocate da età, cibo o bevande.
Lo sbiancamento non funziona su corone e faccette e non ha grande effetto sulle radici esposte, in quanto esse non hanno lo strato di smalto. Va preceduto dall’ablazione del tartaro e dalla cura di eventuali carie per evitare che l’agente sbiancante penetri in zone interne del dente aumentandone la sensibilità. Il tipo più comune di sbiancamento consiste nel mettere una soluzione sbiancante simile ad un gel, contenente perossido di idrogeno, in una mascherina che assomiglia ad un bite, la quale sarà posizionata sui denti per un certo lasso di tempo (30/40 minuti).
Il numero di sedute necessarie per raggiungere un buon risultato estetico dipenderà dal tipo di decolorazione e dal livello di “bianco” che si desidera ottenere.